Indice dei contenuti
- 1 Conto corrente: cos'è
- 2 Conto corrente e partita IVA: serve un conto separato?
- 3 Conto corrente per partita IVA: evoluzione della normativa
- 4 Liberi professionisti e ditte individuali: cosa cambia
- 5 Conti correnti per partita IVA: gli aspetti positivi
- 6 Conto corrente per partita IVA: il costo
Se vuoi conoscere il conto corrente per partita iva e vuoi sapere quando è obbligatorio averlo, sei nel posto giusto. In questa guida ti diremo quando le ditte individuali e i professionisti devono ricorrere a questa soluzione.
Conto corrente: cos’è
Il conto corrente è uno strumento tecnico della banca che consiste nel deposito di denaro da parte di un titolare o possessore di un conto, il correntista, che versa la somma presso un istituto di credito. Il conto corrente viene adoperato sia dai soggetti privati che dalle imprese.
Di solito le persone, ossia i privati, lo usano per canalizzare lo stipendio ma anche gli importi delle utenze oppure come forma di risparmio. Le aziende invece possono adoperarlo per far confluire i flussi di denaro, come i pagamenti, mediante bonifici, sia a livello nazionale che internazionale.
I conti correnti vanno perciò a sostituirsi alle banconote ma anche al denaro contante come gli assegni, le carte di credito e i bonifici attraverso l’utilizzo di un semplice strumento.
In Italia il conto corrente ordinario è disciplinato dall’art. 1823 e seguenti del Codice Civile. Il conto corrente bancario invece ha un rinvio con la sentenza dell’art. 1857 ed è di due tipi: semplice e di corrispondenza. In un conto corrente semplice il titolare può prelevare la somma di denaro alla scadenza, in quello di corrispondenza può farlo sempre.
Conto corrente e partita IVA: serve un conto separato?
Quando un professionista o un’azienda che sia commerciale o artigianale ha la partita iva non serve avere un conto separato. Si potrà quindi usare il proprio corrente per gestire i pagamenti della propria attività.
Si potrà anche scegliere di aprire un conto corrente di tipo business che servirà per separare le due parti. Tuttavia, il costo di questa soluzione potrà essere molto alto e spesso non adatto se il titolare ha appena aperto un’attività come libero professionista.
Quindi non sarà obbligatorio avere un conto corrente e una partita IVA insieme. Tuttavia, averlo potrebbe avere degli aspetti positivi per gestire al meglio la propria attività. Scopriamo quali sono state le varie leggi che hanno avuto come oggetto proprio la Partita Iva e il conto corrente.
Conto corrente per partita IVA: evoluzione della normativa
Sono molte le leggi che hanno portato all’evoluzione del rapporto tra il conto corrente e la partita IVA. Con il Decreto Bersani 4.7.2006 n 223 Art.37 comma 49, si stabilisce l’obbligo per i titolari di partita IVA di fare dei versamenti fiscali e previdenziali tramite alcuni sistemi di pagamento telematici. Questi sono gli f24, ogni conto corrente dovrà essere inoltre presso una delle banche convenzionate con l’Agenzia delle Entrate.
Il Decreto Bersani prevede invece che per quanto riguarda le aziende queste hanno l’obbligo di avere un conto corrente bancario o postale dove depositare tutte le somme in denaro guadagnate con la propria attività. Questo conto corrente per partita IVA viene usato anche per le spese della stessa azienda. Sarà quindi utile avere un unico conto per gestire tutte le transazioni per non avere dei problemi all’Agenzia delle Entrate.
Nel 2008 invece è stato abrogato il comma che sanciva l’obbligatorietà di avere partita IVA e conto corrente insieme. Quindi ciascun professionista potrà scegliere la soluzione più idonea, se aprire un conto dedicato oppure averne due separati.
Liberi professionisti e ditte individuali: cosa cambia
Ci sono delle valutazioni da fare per capire se è utile avere un conto corrente per partita IVA. Prima di tutto occorre differenziare se il beneficiario sarà un libero professionista oppure una ditta individuale. Infatti, se i liberi professionisti potrebbero anche non avere un conto dedicato, le aziende ne troverebbero un grande beneficio.
Le aziende infatti avranno varie spese e relativi guadagni per la propria attività e bisognerà versare delle imposte con il modello F24, ossia sempre mediante conto corrente. Avere insieme la contabilità dell’azienda e i conti familiari non farà avere una situazione chiara della propria impresa e verrà a crearsi un caos finanziario.
I conti personali e quelli dell’azienda andranno sempre tenuti separati per non mescolarli. Inoltre bisogna tenere a mente che molte banche non accettano il transito di assegni o bonifici a nome di un’impresa sul conto personale per questioni di anti riciclaggio.
Conti correnti per partita IVA: gli aspetti positivi
Sono davvero molti gli aspetti positivi di avere un conto corrente legato ad una partita IVA. Innanzitutto potranno essere gestiti i soldi guadagnati e spesi in modo molto più agevole e sicuro, e anche più ordinato. Il datore e il contabile sapranno sempre ogni dato dell’azienda, e quindi l’andamento dei costi e delle spese, nonché delle entrate.
L’Agenzia delle Entrate inoltre potrebbe richiedere dei controlli in ogni momento e, avere un conto corrente collegato alla partita IVA agevola di molto le pratiche. Questo perché il conto corrente tiene traccia di ogni uscita e di ogni entrata inseriti poi nelle fatture. Al contrario, se hai un unico conto corrente sarà difficile stabilire quali guadagni e spese sono stati per questioni personali e quali per questioni lavorative.
Conto corrente per partita IVA: il costo
Avere un conto corrente per partita IVA avrà un costo maggiore rispetto ad usare lo stesso conto delle spese personali. Infatti ci sarà un aumento delle spese per la propria attività, tuttavia servirà per tenere in ordine tutti i conti.
Il conto corrente per partita IVA, come abbiamo già anticipato, è una sorta di conto corrente business per professionisti con partita IVA o aziende.
Nel mercato troveremo varie soluzioni da consultare per cercare l’alternativa più adatta per sé e la propria azienda. Potremo trovare anche degli strumenti aggiuntivi oltre ai normali conti canonici. Ad esempio la programmazione dei pagamenti per dipendenti e fornitori, le etichette per gestire entrate e uscite e molto altro.
I conti correnti per partita IVA potranno essere monitorati dall’home banking o dal mobile banking, e non sarà necessario andare negli sportelli bancari.
Il costo dei conti corrente per partita IVA dipenderà quindi dal pacchetto di strumenti a disposizione, ma si potranno scegliere anche soluzioni singole. Ad esempio, molti conti standard consentono di fare circa 100 bonifici a soli 0,50 centesimi l’uno, quelli premium ne consentono di fare 500 a 0,25 euro l’uno.