Conto corrente e comunione dei beni: cosa sapere

9655

Indice dei contenuti

Conto corrente e comunione dei beni: come funziona? Cosa prevede la legge in caso di separazione di uno dei due coniugi? E in caso di decesso di uno dei due? Sono molte le questioni che pone questo regime matrimoniale. Vediamo cosa comporta la comunione dei beni specificamente al saldo del conto corrente, la sua gestione sulla scorta delle diverse tipologie di conto cointestato che è possibile usufruire presso un istituto di credito. Ricordiamo che la legge italiana prevede esplicitamente che al momento in cui si contrae il matrimonio entri in vigore questo regime patrimoniale tra i coniugi: se entrambi desiderano sottoscrivere la separazione dei beni dovranno quindi dichiararlo al momento della celebrazione.

Cosa vuol dire comunione dei beni

Da un punto di vista normativo, la comunione dei beni prevede che le seguenti situazioni economico-finanziarie ricadano sotto suddetto regime:

  • Beni acquistati singolarmente o congiuntamente dopo il matrimonio
  • Aziende costituite dopo il matrimonio e gestite da entrambi i coniugi, compresi gli utili derivanti

Separazione tra coniugi: cosa accade al conto corrente?

In caso di separazione dei coniugi che avevano contratto matrimonio in regime di comunione legale dei beni, il conto corrente diventa parte della cosiddetta comunione de residuo, per cui

i saldi attivi dei propri conti corrente diventano anch’essi oggetto di separazione dei beni, ripartiti al 50 per cento tra i due ex coniugi anche se del conto era titolare esclusivo solo uno di essi.

Questo è ciò che si verifica ai conti correnti singoli nel momento di una separazione, che può essere evitata solo investendo il proprio denaro in beni personali o utili alla propria professione. Ma ricordiamo che esiste anche il conto corrente cointestato, e in questo caso le cose si fanno ancora più complesse.

Le tipologie di conto cointestato

Esistono fondamentalmente due tipologie di conto corrente cointestato, ed entrambe possono avere delle conseguenze riguardo alla questione conto corrente e comunione dei beni, sia dal punto di vista operativo che in caso di improvvisa morte del correntista. Il conto cointestato può essere:

  • A firma congiunta: l’operatività dei servizi richiede la firma di entrambi i coniugi
  • A firma disgiunta: l’operatività dei servizi può avvenire in autonomia tra i due coniugi

In caso di firma disgiunta ognuno dei due coniugi può agire liberamente nella gestione del conto per la propria quota di denaro depositato, in caso di separazione con comunione di beni operante valgono le stesse fattispecie legali descritte in precedenza, ed anche in caso di decesso improvviso di uno dei due titolari del conto il sopravvissuto può disporre liberamente della propria parte, mentre la restante viene divisa equamente tra gli eredi.

Le problematiche con la firma congiunta

La questione si fa assai più complessa e spinosa in caso di conto corrente cointestato a firma congiunta, poiché diventa molto complicato stabilire l’esatta quota dei beni depositati, senza contare il blocco dell’operatività dovuta al decesso anticipato di uno dei due intestatari. La legge dispone

che i beni depositati siano da intestare al 50 per cento tra i due firmatari, e in caso di asimmetria tra i suddetti beni devono essere gli stessi firmatari a fornire l’onere della prova per stabilire l’esatta spartizione.

Come rivendicare la proprietà del denaro

Nel caso in cui sia necessario ristabilire attraverso l’onere della prova la proprietà dei beni di un conto cointestato, il coniuge interessato, in sede di separazione legale, dovrà

portare certificati e documenti legali in grado di stabilire l’origine e la provenienza del denaro: in questo modo potrà richiedere al giudice il sequestro del conto corrente fino alla sentenza.

Ricordiamo in ultimo che se uno dei coniugi, durante il matrimonio, ha prelevato parte delle somme depositate dal conto corrente e non può dimostrare di averli spesi per il sostentamento della famiglia, dovrà restituire all’altro coniuge il 50 per cento della cifra prelevata.

Il pignoramento del conto corrente

Un’altra questione molto delicata riguarda un eventuale pignoramento del conto corrente in regime di comunione dei beni. Mentre in caso di conti correnti singoli in separazione di beni il titolare del conto corrente pignorato risulta essere l’unica persona coinvolta, invece in regime di separazione dei beni con conto cointestato i creditori possono agire sul 50 per cento del conto, salvo diversa disposizione sulla scorta dell’onere della prova che testimoni l’asimmetria dei beni depositati. E con la comunione legale dei beni?

In questo caso non solo il conto cointestato, ma anche quello singolo potrebbe essere soggetto a problemi che chiamano in causa l’onere della prova. Posto che il pignoramento dei beni e del relativo conto corrente non dovrebbe coinvolgere l’altro coniuge, bisogna considerare se le somme depositate sul conto corrente pignorato rientrino tra i beni frutto di comunione immediata oppure personali: pensiamo ad esempio agli utili di un’azienda in comune messi insieme alle somme depositate del singolo pignorato.

Conto singolo di una coppia in comunione di beni

La grande difficoltà di un conto corrente singolo di una coppia in comunione di beni è stabilire la paternità delle somme depositate. Le fattispecie sono tra le più diverse, ed anche se del conto resta titolare per la banca il solo intestatario, in caso di separazione bisognerà stabilire l’appartenenza del denaro a uno dei due coniugi: le risposte in questo caso variano a seconda dei casi, qui ci limitiamo ad esporre generalmente quali provenienze delle somme depositate vengono coinvolte in sede giuridica:

  • Stipendi e redditi da lavoro
  • Proventi di un’azienda
  • Fondi comuni
  • Pensione di invalidità
  • Vendita di beni personali
  • Affitti immobili
  • Risarcimenti
  • Donazioni
  • Beni ereditati
  • Proventi da opere di ingegno

Conclusioni

La questione conto corrente e comunione dei beni si presta come abbiamo visto a numerose problematiche, legate soprattutto a eventi come la separazione legale di una coppia oppure il pignoramento dei beni a seguito di protesti, arrivando fino alla morte di uno dei due coniugi. In generale per la gestione economico-finanziaria di una famiglia risulta essere più semplice e consigliato operare in un regime di separazione dei beni, che limita moltissimo l’impatto delle conseguenze di eventi come quelli sopra descritti.