Conto corrente e separazione coniugi: guida completa

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Conto corrente e separazione coniugi: cosa succede? Tra le tante problematiche che attraversano un momento doloroso come la fine di un rapporto, vi sono anche questioni prettamente pratiche come quelle legate a un conto corrente. Non è raro che due coniugi per praticità optino per un conto corrente cointestato, ma questa soluzione può rivelarsi un boomerang nel momento in cui si procede con una separazione e bisogna procedere a una nuova gestione delle finanze. In questa guida dedicata vedremo cosa succede al conto corrente cointestato in caso di separazione e come deve essere suddiviso il denaro in esso depositato a seconda del tipo di conto, insieme al regime patrimoniale scelto al momento delle nozze.

Comunione o separazione dei beni, cosa cambia

Prima di vedere infatti come funzionano i diversi tipi di conto cointestato, è bene chiarire l’argomento legato alla comunione o separazione dei beni, una scelta che i due futuri coniugi compiono prima di procedere al matrimonio. Il discorso infatti cambia decisamente se si opta per l’uno oppure per l’altro regime: la legge infatti prevede che

  • In caso di comunione dei beni tutto ciò che viene acquisito o acquistato durante il matrimonio entra a far parte di un patrimonio comune a entrambi, compresi anche i debiti
  • In caso di separazione dei beni tutto ciò che viene acquistato, prima e dopo il matrimonio, da ogni singolo coniuge resta di sua proprietà

Separazione coniugi con comunione di beni

In caso pertanto di separazione di coniugi in comunione di beni la soluzione risulterà essere decisamente semplice, poiché il residuo del conto corrente andrà diviso in parti uguali tra i coniugi. Questo vuol dire ad esempio

che se al momento della chiusura del conto cointestato vi è una rimanenza di 5 mila euro, allora ad ognuno dei due coniugi spetteranno 2500 euro, e la medesima equa suddivisione deve essere ripartita anche in caso di debiti da saldare con la banca.

Coniugi con separazione dei beni

Il discorso è più complesso per i coniugi in separazione dei beni, che al momento della chiusura del conto cointestato può diventare oggetto di contesa se non si decide di optare anche in questo caso per la ripartizione equa al 50 per cento. Per evidenziare che tutto il denaro depositato è solo di uno dei due, oppure che deve esserci comunque un’asimmetria nella suddivisione,

l’onere della prova spetta sempre all’interessato, il quale dovrà consegnare certificazioni che dimostrino la giusta rivendicazione della proprietà delle somme. Ora se la cosa è facile nel caso di un lavoratore dipendente che si separa da una casalinga, poiché basta consegnare buste paga e dichiarazione dei redditi, la faccenda si complica in caso di due persone che lavorano entrambe o se vi sono di mezzo eredità, vincite, lasciti, ecc. È bene sempre conservare con cura le tracce del denaro depositato, altrimenti sarà molto complicato dimostrare la paternità delle somme.

Vi è poi un’altra questione legata a tale fattispecie, ribadita pochi anni fa da una sentenza della Corte di Cassazione: se costantemente nel corso del matrimonio il coniuge ha prelevato più del 50 per cento del saldo presente sul conto, nel momento della separazione dovrà restituire all’altro esattamente la metà di questa somma, a meno che non dimostri di aver utilizzato quei soldi per esigenze familiari e non personali. E anche in questo caso l’onere della prova è sempre a carico del coniuge interessato.

Cos’è il conto cointestato?

Come si evince facilmente dal nome, il conto corrente cointestato è un prodotto di deposito in cui l’intestazione fa capo non ad un solo ma a più soggetti. Spesso le coppie prediligono questa soluzione per una gestione più comoda del bilancio familiare, risparmiando oltretutto sui costi di mantenimento dovuti alla banca. Esistono due tipi di conto cointestato,

  • Conto cointestato a firma disgiunta: ogni operazione può essere eseguita separatamente da entrambi i coniugi
  • Conto cointestato a firma congiunta: ogni operazione necessita della firma di entrambi i coniugi per essere validata

Vediamo come funzionano questi due conti correnti cointestati alla prova della separazione coniugi.

Il conto corrente a firma disgiunta

Proprio perché tutte le operazioni bancarie possono essere svolte in autonomia da entrambi i soggetti intestatari del conto, con la firma disgiunta è possibile per uno dei due coniugi recarsi presso l’istituto di credito e richiedere l’estinzione del conto senza che l’altro debba essere necessariamente presente per controfirmare. Naturalmente

la chiusura del conto corrente deve avvenire comunque in accordo con l’ex partner, e per fare ciò basterà seguire le istruzioni in merito della singola banca presso cui si detiene il conto, che verranno esplicate al momento del disbrigo delle formalità. Problematiche potrebbero sorgere nel caso in cui entrambi gli intestatari abbiano posto delle limitazioni al conto corrente, per cui sono state inserite delle clausole come ad esempio appunto la presenza di entrambi i coniugi per la chiusura del conto cointestato.

Il conto cointestato a firma congiunta

Nel caso delle suddette limitazioni allora si rientra in una casistica sostanzialmente identica a quella del conto corrente a firma congiunta nell’intestazione. Per legge, come abbiamo anticipato, con questa tipologia di conto non è possibile effettuare alcuna operazione senza l’assenso dell’altro soggetto intestatario, pertanto

è necessaria non sola presenza fisica, ma anche il consenso di entrambi. Questo vuol dire che se si vuole chiudere il conto cointestato in accordo fra le parti, basta recarsi in banca ed espletare le necessità burocratiche alla presenza dei due coniugi in separazione, ma il discorso cambia in caso di separazione legale in atto, in cui si è ancora alle prese con la suddivisione dei beni. I tempi in questo frangente potrebbero allungarsi indefinibilmente, poiché è necessaria una sentenza del Giudice di Pace nel momento in cui uno dei due coniugi non volesse concedere all’altro la chiusura del conto e il ritiro delle somme depositate, che verranno stabiliti in sede giudiziale.

Quando richiedere il sequestro del conto

Purtroppo capita raramente che le separazioni avvengano in un regime di minima correttezza dei rapporti personali, per cui in buona parte dei casi inizia una vera e propria battaglia legale su tutti gli averi e beni materiali, oltre che dei figli. In tali situazioni complesse

potrebbe essere necessario richiedere il sequestro del conto cointestato in modo da impedire che l’altro coniuge possa accedervi. Questo vale per i casi di firma disgiunta, che non necessitano appunto della presenza di entrambi per eseguire le operazioni, e per cui vi è stata una maggiore o minore alimentazione del conto. Il sequestro giudiziario può essere un’arma a tutela tanto del coniuge che ha contribuito in misura maggiore, che in misura minore alla somma depositata sul conto. L’importante è dimostrare sempre che i prelievi delle somme effettuati nel tempo erano finalizzati all’acquisto di beni o servizi utili per la famiglia, e non a titolo personale.

Il pignoramento del conto corrente

Altra ipotesi che va affrontata per una separazione coniugi riguarda un eventuale pignoramento del conto corrente quando si è in regime di comunione dei beni. Se la faccenda non pone particolarmente problematiche al coniuge “non coinvolto”nel pignoramento quando si hanno conti correnti singoli e separati, invece con un conto corrente cointestato

i creditori possono agire sul 50 per cento del denaro depositato, a meno che non venga dimostrato dal coniuge interessato l’asimmetria nella proprietà delle somme presenti sul conto. La questione diventa ancora più spinosa in caso di comunione legale dei beni, poiché in questa fattispecie non solo il conto cointestato, ma anche quello singolo potrebbe essere soggetto a pignoramenti, se le somme depositate sul conto corrente pignorato rientrano tra i beni frutto della costituzione della coppia e non a titolo personale.

Conclusioni

In questa guida sintetica abbiamo cercato di descrivere ogni possibile fattispecie di un affare molto complesso come quello che coinvolge conto corrente e separazione coniugi: indubbiamente la scelta di un conto cointestato produce molti agi in termini di risparmio e di praticità di gestione del bilancio familiare, ma può risultare un affare spinoso nel momento traumatico della fine di una coppia. A seconda dello svolgimento della separazione, più o meno burrascoso, i tempi e le modalità di chiusura del conto corrente possono differenziarsi, coinvolgendo non solo la prassi burocratica del singolo istituto di credito ma anche gli organismi giudiziari preposti a districare tutte le questioni materiali e pratiche legate alla separazione.