Conto corrente e morte del correntista: guida completa alla successione ed eredi

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Cosa succede al conto corrente al momento della morte del correntista? Una questione che chiunque si è posti nel momento in cui un proprio caro congiunto è passato a miglior vita. Il conto corrente infatti è regolato dal punto di vista legislativo come un contratto atipico, in cui tutti i rapporti tra l’istituto di credito e il titolare del conto vengono regolati attraverso una documentazione tra le due parti controfirmata. In caso di morte del correntista vi sono delle procedure previste che comportano la successione agli eredi, ma emergono delle differenze a seconda delle tipologie di conto corrente. Vediamo quali.

Tipologia conto corrente

La questione della successione agli eredi del conto corrente a seguito della dipartita del titolare dipende infatti dalla natura del conto stesso: in genere abbiamo 3 diverse casistiche di conto corrente ovvero

  • Conto corrente singolo: il prodotto finanziario è intestato al solo defunto
  • Conto cointestato congiunto: il prodotto finanziario prevede la firma di entrambi i soggetti titolari per eseguire le operazioni
  • Conto cointestato disgiunto: il prodotto finanziario consente ad ogni intestatario di svolgere autonomamente le operazioni

Date queste tipologie, vediamo singolarmente come funziona la successione agli eredi.

Successione ereditaria conto singolo

Partiamo dal caso più semplice, ovvero la successione ereditaria per un conto corrente intestato al solo defunto. In questo caso basterà semplicemente presentare all’istituto di credito il certificato di morte e un modulo dell’Agenzia delle Entrate opportunamente compilato. Questa operazione

deve essere effettuata entro 12 mesi dalla morte del titolare del conto, e allo stesso momento gli eredi devono restituire carte di debito, di credito e qualsiasi altro strumento finanziario correlato al conto in loro possesso.

L’istituto di credito è tenuto a informare gli eredi con esattezza del denaro depositato, ed anche di tutte le eventuali notizie riguardanti il rapporto intercorso tra la banca e la persona deceduta, pertanto vi è un obbligo informativo circa la presenza di titoli, fondi ed altre eventualità a nome del defunto da parte della banca.

Il saldo del conto

Al momento della dipartita del titolare, il saldo del conto corrente può essere attivo o passivo, con ovvia disparità di conseguenze per gli eredi. Nel primo caso

gli eredi saranno destinatari di un credito di importo pari al saldo attivo, che dal punto di vista fiscale rappresenta un credito fruttifero: questo vuol dire che il denaro presente dovrà essere indicato nella dichiarazione di successione insieme agli interessi maturati fino al giorno dell’apertura della procedura ereditaria.

In caso di saldo passivo invece, gli eredi saranno incaricati quali responsabili della restituzione del debito accumulato, ognuno in base alla propria quota ereditaria. Vi è però un aspetto comunque positivo all’interno di questa fattispecie, ovvero la possibilità di poter godere in sede di dichiarazione dei redditi di una deduzione fiscale, presentando il relativo certificato rilasciato dall’ente bancario, dove viene riportato lo svolgimento integrale del conto corrente nell’ultimo anno.

La tassa di successione

La successione agli eredi prevede l’obbligo di una tassa di successione da corrispondere allo Stato, in una percentuale variabile così definita:

  • Area No Tax: la franchigia stabilita per cui non si versa alcun obolo è pari a 1 milione di euro massimo, valida per coniuge e figli
  • 4 per cento sulla somma eccedente per coniuge e figli
  • 6 per cento per l’eredità riguardante fratelli, con una franchigia che scende a 100 mila euro.
  • 6 per cento per i soggetti legati con altri vincoli di parentela, senza franchigia
  • 8 per cento per altri soggetti non legati da vincolo di parentela, senza franchigia

Conto con firma disgiunta

Cosa succede in caso di conto cointestato con firma disgiunta? Essendovi libertà di autonomia per gli intestatari, il soggetto sopravvissuto è libero di utilizzare la propria quota di denaro depositato

mentre la parte restante viene suddivisa tra gli eredi, tra le quali può rientrare anche il cointestatario, se prendiamo il caso di scuola più semplice, ovvero quello in cui i due coniugi sono cointestatari.

La vera questione è stabilire la quota spettante al singolo intestatario, come vedremo in maniera più specifica nel capitolo dedicato.

Conto con firma congiunta

Il caso più complesso e spinoso dal punto di vista della successione agli eredi riguarda il conto corrente cointestato nel momento in cui persiste la firma congiunta. Quali sono le conseguenze? Poiché il conto prevede per l’operatività la firma di entrambi gli intestatari per ogni singolo movimento

in prima istanza il conto corrente viene bloccato, e ciò comporta l’avvio di un iter burocratico da parte dei legittimi eredi e dell’altro intestatario del conto per sbloccarlo. Modalità e tempistiche sono all’incirca simili a quelli descritti per il conto singolo, ma per tutto il tempo necessario il conto resterà bloccato, con ovvie problematiche per l’altro intestatario del conto corrente.

L’onere della prova

Il vero nodo gordiano che pone serie problematiche al conto cointestato nel momento del decesso di uno dei titolari, è stabilire per gli eredi la proprietà del denaro e degli altri beni depositati. Infatti la banca, poniamo nel caso del conto cointestato a due coniugi,

parte dal presupposto che i beni siano al 50 per cento tra i due intestatari, supportata dalla normativa vigente. Ma cosa succede se vi è asimmetria invece nella proprietà delle quote? L’onere della prova spetta al coniuge sopravvissuto, che deve quindi fornire documenti e certificazioni necessarie per stabilire l’esatta proprietà delle quote.

È facile intuire come la questione possa diventare enormemente più ingarbugliata in caso di separazioni ed alte situazioni familiari complicate, per cui a conti fatti il conto cointestato è poco consigliabile come soluzione di conto corrente, soprattutto in caso di un avvenimento ineluttabile come la morte di uno dei correntisti.

Conclusioni

In caso di successione agli eredi il conto corrente finisce inevitabilmente nelle pastoie della burocrazia, e indubbiamente il conto intestato al singolo defunto presenta un minor grado di seccature, dovendo solo consegnare alcuni documenti per il disbrigo formale a conclusione del rapporto con la banca. I grattacapi invece possono aumentare considerevolmente in caso di conto cointestato, come abbiamo visto. In ogni caso ricordarsi sempre che la banca deve obbligatoriamente informare gli eredi riguardo tutti i beni depositati davanti al certificato di morte, per cui decade ogni vincolo di segretezza.